I tarocchi sono uno strumento figo, anzi fighissimo. Ho cercato a lungo dei sinonimi validi, ma ho trovato solo “fico, fichissimo”. Scegli tu la variante che preferisci!

Avrei potuto definirli magici, perché spesso descrivono con immagini perfette quello che non è ancora stato detto ma che è già lì, presente in qualche forma. Ma la parola “magia” evoca anche tappeti volanti e pozioni misteriose, e i tarocchi non sono lo strumento delle streghe.

Avrei potuto definirli belli, perché le mani che li hanno disegnati hanno regalato una profondità umana allo sguardo della Regina di Coppe e una grazia degna del Louvre al piede nudo che sbuca dalla gonna della Forza. Ma la parola “bello” distrae e rischia di far rimanere in superficie.

Avrei potuto definirli amici, perché sanno dare consigli preziosi. Ma la parola “amico” indica una persona che fa il tifo per te, mentre i Tarocchi sono imparziali e a volte spietati nella loro giustezza.

Avrei potuto definirli divertenti, perché sanno farti riflettere su temi grandi e grossi con una leggerezza da cantastorie. Ma la parola “divertente” è imparentata con “distrazione” e quello che invece le carte chiedono è che tu affronti te stesso, prima di tutti gli altri, senza fuggire.

E poi i tarocchi sono una cosa seria.
E fighissima. Seriamente fighissima.

DISCLAIMER: Non troverai gatti neri e neppure numeri del lotto vincenti. Non ti verranno svelati segreti di Fatima né predette fini del mondo. Non imparerai come legare a te un fidanzato che è scappato con un’altra e non scoprirai di che morte morirai.

Però capirai qualcosa in più delle situazioni che stai vivendo e vedrai delle matasse ingarbugliate srotolarsi magicamente sotto i tuoi occhi, verrà fatta luce in angoli dove prima non osavi nemmeno guardare e riuscirai ad affrontare la vita con maggiore consapevolezza.

Dopo una lettura di tarocchi, la tua schiena sarà più dritta.

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