Sapevo che esistevano i Tarocchi Siciliani come so che esistono gli Inuit, ma non li avevo mai visti dal vivo. Esattamente come gli Inuit.
Che poi forse bisognerebbe chiamarli “tarocchi”, con le virgolette, perché le carte sono 64 (e non 78), ma rimane la divisione tra Arcani Maggiori e Arcani Minori.
Fa sorridere che questo mazzo regionale sia prodotto a Trieste, dalla Modiano, dall’altro capo della Penisola, ma al momento non mi risulta che esistano edizioni a kmZero.
Un giorno mi ha contattato Arianna Montalto, chiedendomi se poteva omaggiarmi del libro che aveva scritto proprio su questo tema e io ho accettato di buon grado. Insieme al libro è arrivato anche il mazzo, così minuto da stare comodo nella scatoletta di latta delle caramelle alla liquirizia.
I tarocchi siciliani, così come quelli Piemontesi, si usano per giocare a carte (con regole piuttosto complesse), e anche loro hanno uno spazio nel campo della cartomanzia, soprattutto in quello della divinazione popolare.
La mia formazione è molto distante da questo mondo: ho avvicinato i tarocchi studiandone la simbologia e la storia, sono abituata a navigare a vista in mondi di significati e sfumature che non sono mai bianche o nere e sono allenata a veder mutare valori e accezioni in base al contesto della domanda.
La divinazione popolare ha invece paletti molto più rigidi e le carte hanno spesso significati a senso unico: mi sono sempre chiesta come sarebbe cambiato l’approccio se a iniziarmi a quest’arte fosse stata una nonna, a sua volta iniziata da una nonna.
Arianna nel libro racconta proprio i significati divinatori che nonna Gesualda le ha tramandato.
Gesualda era ‘a majara di Vizzini, piccolo paese in provincia di Catania che si dice vanti i natali di Verga: curava mali visibili e invisibili delle persone che si rivolgevano a lei, così come prima di lei avevano fatto la madre, la nonna e il nonno.
Usava strumenti semplici e naturali, come sassi bianchi di fiume, olio di oliva, fili di lana rossa e noci trilobate. E aveva sempre con sé un mazzo di tarocchi, che usava principalmente per verificare se il piccolo rito aveva funzionato, se il malocchio era stato tolto o se bisognava ripetere la procedura.
In un’epoca dove i medici erano per i ricchi e gli psicologi relegati all’accademia, ci si affidava spesso a cure non ortodosse. Antichi saperi, miscugli di erbe, preghiere mormorate a mezza voce, fiammelle di candele e tarocchi parlanti potevano aiutare a calmare spiriti inquieti e a guarire piccoli malanni.
Nonna Gesualda utilizzava i tarocchi per avere conferme e approfondimenti.
Non faceva veri e propri consulti, piuttosto interrogava le carte per capire come gestire la persona che aveva davanti, se si poteva fidare di quello che le stava raccontando, se i trattamenti che stava facendo erano efficaci e se c’erano delle persone “negative” che era meglio consigliare di evitare.
Nei tarocchi siciliani gli Arcani Maggiori (Trunfi, in dialetto) sono 22, come quelli dei Tarocchi “tradizionali”, ma le differenze non sono poche.
Per esempio non ci sono figure religiose (niente Papi, né Papesse), ma c’è il paganissimo Giove, munito di minacciose saette. L’unica carta con il nome esplicito è quella della Miseria, che rappresenta un uomo in ceppi con un piattino in mano, che sembra chiedere l’elemosina.
L’Appeso è un vero e proprio Impiccato, il Mondo è quello che Atlante porta sulle spalle, c’è la Forza che invece di mettere la mano nella bocca del leone è appoggiata a una colonna e la Torre è disegnata come una costruzione inespugnabile.
Grande assente il Diavoletto, a cui curiosamente fa da supplente la Nave, quando il significato è quello di lussuria.
Mi hanno incuriosito molto i Minori, che hanno una numerazione stramba e inusuale: coppe, spade e bastoni vanno dal 5 al 10, mentre dei denari esistono anche il 4 e l’Asso. Quest’ultimo pare sia stato introdotto solamente nel 1862, perché serviva una carta con lo spazio per ospitare il timbro che indicava la tassa da pagare.
Arianna ha riportato nel suo libro parte dei significati divinatori che la nonna attribuiva alle carte: ognuna delle 42 lame ha significati molto caratterizzati e alcune sono impietosamente funeste, tipo l’8 di bastoni, che annuncia litigi e discordie e il 7 di spade che parla di lacrime e sterilità. Chiaramente non mancano le carte positive, perché la vita non è sempre difficile: il 7 di denari comunica soldi in arrivo e il 5 di coppe porta gioia e gravidanze.
L’Asso di Denari parla di sopportazione, tempi dilatati, ma anche lunghi viaggi e potere economico; le spade personificano spesso gli ostacoli, mentre le faccende di cuore sono pertinenza delle coppe.
Nelle figure di corte c’è la parità di genere: regina e donna fanno coppia con re e cavaliere e spesso rappresentano nelle letture persone in carne ed ossa.
Tra le altre: una rivale (donna di denari), uno speculatore (re di denari), un seduttore (cavallo di Coppe), un uomo in divisa (cavallo di spade) e una donna straniera (regina di Bastoni).
Nonna Gesualda aveva anche uno sterminato repertorio di interpretazioni che riguardava le coppie di carte, che però Arianna non ha incluso nel libro. Attendiamo la seconda edizione!
Questo modo di leggere gli Arcani Minori è molto distante dal mio modo personale: io non ho significati predefiniti per ogni carta e il gioco di sfumature e risonanze è spesso complesso e rifugge le etichette “carta buona/carta cattiva”.
Però sono sempre stata incuriosita dalla cartomanzia popolare, tema sul quale si scrive poco.
Penso anche che se certi significati resistono all’usura del tempo e continuano ad essere tramandati, forse un senso ce l’hanno.
L’importante è non mescolare i metodi ed essere coerenti nella creazione del proprio personalissimo “dizionario di significati”.
Altra cosa di cui sono profondamente convinta è che bisogna testare ripetutamente le interpretazioni delle carte nel contesto di letture e consulti: solo così diventeremo “amici del mazzo” e non saremo costretti a ricorrere a sterili liste di significati.
La carte vanno vissute per poterne imparare la lingua.
Intanto mi auguro che il Tarocco Siciliano si veda sempre più spesso in giro e che questo post vi abbia acceso l’interesse per questo simpatico (e strambo) mazzo.
Divinazione con il Tarocco Siciliano, Arianna Montalto, ed. Amazon 2022
Tarocco siciliano, Modiano.