Ci hai mai pensato che uno degli strumenti che permette di identificarci al 100% si trova sulle, anzi nelle mani?
Chiaramente sto parlando delle impronte digitali: pattern prodotto da un insieme di solchi e creste (i dermatoglifi) che abbiamo sulle punte della dita e che è unico e irripetibile.
La mano è espressione concreta della nostra unicità. Noi siamo la nostra mano. E la nostra mano non è la mano di nessun altro.
Sembra banale, ma il giorno che ho realizzato quanto è intima la relazione con i nostri arti, ho deciso di studiare quella che in inglese si chiama hand analysis.
Leggere la mano è un po’come leggere il tema natale in astrologia: la combinazione della forma, la lunghezza delle dita, la disposizione delle linee, il gonfiore dei monti e la flessibilità dell’arto ci restituiscono un ritratto piuttosto preciso della persona.
Se sui tarocchi ci sono un sacco di pregiudizi, sulla mano ancora di più! C’è chi pensa che la linea della vita riveli l’età precisa della morte o chi pensa che ci siano dei segni speciali legati alla possibilità di vincere alla lotteria.
Parto col dire un’ovvietà: niente e nessuno può rivelare il momento della fine di una vita umana. E’ uno dei misteri insondabili della vita ed è bene che resti tale. Ci basti la certezza della morte: ora e giorno sono imperscrutabili e tanto, anche se li conoscessimo, non saremmo in grado di gestire questa informazione.
Per il resto, i grandi eventi della vita come possono essere un’eredità, un divorzio, la nascita di un figlio, possono lasciare un segno sulle mani, così come una notte in bianco può lasciare la traccia sulla faccia. Ma la mano è più interessante se la si legge per trovare tendenze e inclinazioni, più che fatti e date.
Le impronte digitali non cambiano mai, mentre le linee sì: si allungano, si accorciano, si ramificano, si intersecano e ne nascono di nuove. La mano è viva e cresce insieme a noi. Certi fatti possono lasciare dei solchi profondi che però poi pian piano si rimarginano. Esperienze, percezioni e sensazioni non sono scolpiti nella pietra e spesso si spostano e modificano il proprio peso specifico.
Detto ciò, i tratti fondamentali del carattere, soprattutto negli adulti, quelli sono e (più o meno) quelli rimarranno. La mano ci dice quali sono le nostre forze e quali le nostre debolezze, quali sono le aree della vita in cui ce la caviamo meglio e quelle nelle quali dovremmo migliorare l’equipaggiamento.
Le dita ci rivelano parte dei nostri talenti, mentre la linea della testa e quella del cuore descrivono rispettivamente come mettiamo in ordine i pensieri e come viviamo la nostra emotività.
Sapere cosa dice di noi la nostra mano, ci rende più consapevoli e può aiutarci a chiarirci il perché ripetiamo da secoli uno stesso errore o perché facciamo fatica a stare seduti su una sedia in ufficio per otto ore al giorno.
Ci può chiarire gli aspetti innati del nostro carattere, aiutandoci a smussare certi spigoli o ad accettare quelli “insmussabili”, ci racconta che tipo di partner è meglio per noi, che cosa ci fa imbestialire e ci spiega perché continuiamo ad iscriverci in palestra e a mollare dopo il primo mese.
Le mani in un certo senso ci raccontano chi siamo in assoluto (il carattere) e chi siamo in un preciso momento storico, in base alle sfide e alle opportunità che stiamo affrontando.
Non ci dicono che cosa ci succederà, né a che ora: il futuro è un libro che si scrive giorno per giorno e, per certi versi, può essere negoziabile. Conoscere con quali strumenti siamo venuti al mondo e quali sono le attitudini con le quali affrontiamo la vita ci può aiutare a navigare meglio il mare magnum della quotidianità.
Le mani possono indicarci le sfide e le possibilità che caratterizzano il nostro cammino, ma il successo o la sconfitta, che per altro sono concetti relativi, siamo noi a costruirceli.
Spero che dopo aver letto questo post guarderai le mani in modo diverso, sapendo che ci sono un sacco di cose di te incise nelle loro linee e suggerite dalle loro forme.
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E’ un consulto che si può fare tranquillamente online, con l’aiuto delle fotografie.
Ogni mese metto a disposizione una decina di posti.