L’Oscar per la domanda che mi viene fatta più spesso andrebbe al famigerato: lui/lei tornerà da me?
Domanda legittima, umana e comprensibile, ma che io invito sempre a riformulare in maniera più utile.
Vediamo insieme il perché.
Intanto parto con il dire che se i cartomanti (me inclusa) sapessero veramente predire il futuro, non sprecherebbero probabilmente il loro tempo ad indagare crucci amorosi, ma sarebbero alle Maldive con i miliardi che guadagnerebbero facendo i consulenti per gente tipo Elon Musk o Zelensky. Con tutto il rispetto per le nostre disavventure in amore.
Non farti abbindolare: nonostante i casi di chiaroveggenza esistano, sono molto rari e, in ogni caso, sapere cosa ti accadrà non necessariamente ti farà vivere meglio.
Ora analizziamo la domanda: “tornerà da me?”.
Tu sei ridotto a un mero complemento di moto a luogo, invece di essere il soggetto, per lo meno a pari merito, insieme al fuggitivo.
Le carte, per come le intendo io, possono fornire un aiuto reale ed efficace per capire che cosa si sta vivendo in un determinato momento, a patto di essere usate come strumento di introspezione.
E l’oggetto dell’introspezione siamo prima di tutto noi stessi.
E quindi qual è la domanda giusta da fare?
Spesso suggerisco di fare un “ritratto di coppia”: i tarocchi possono individuare con precisione quali sono (o quali erano) i ruoli dei due partner, vedendo che cosa è andato storto e quali sono le rispettive posizioni.
Estraggo sempre una carta che racconta com’è la relazione in questo momento e una per vedere qual è la forma verso la quale si sta evolvendo.
E, attenzione, una carta “buona” in quest’ultima posizione non necessariamente è una bella notizia: a volte le coppie si ricostruiscono per poi sbattere contro il solito muro, dopo poco tempo, a causa delle stesse dinamiche.
Quando le relazioni finiscono senza un motivo apparente, in realtà una ragione c’è sempre.
Il problema è che, quando la comunicazione non funziona, (almeno) uno dei due cade dal pero. E la sensazione è orribile e spiazzante: penso l’abbiamo provata tutti, almeno una volta nella vita.
Quando ci succede, siamo convinti che il fantomatico ritorno sia l’unica cosa che potrebbe farci star bene, dimenticandoci che anche il tossico in astinenza pensa che una dose sia la soluzione a tutti i suoi problemi.
Più di una volta mi è capitato che le carte rivelassero che la persona apparentemente disperata per la fine della relazione, in realtà non fosse così felice nella coppia e che avesse molti dubbi sulla possibilità di una “guarigione”.
Per non parlare delle vittime del ghosting, quando il partner improvvisamente si dilegua nel nulla, interrompendo bruscamente qualsiasi tipo di comunicazione. Siamo sicuri che il ritorno di un soggetto del genere sia auspicabile?
Quando una relazione finisce in maniera sana, i tarocchi non sono necessari: entrambi i partner sono consapevoli delle motivazioni (anche se non necessariamente le condividono) e dovrebbero pure sapere, in fondo in fondo, se un ritorno è possibile oppure no.
Quando invece uno dei due non ha idea di cosa sia successo, la comunicazione non ha funzionato.
In questo caso i Tarocchi possono aiutare ad elaborare una spiegazione, analizzando i punti di forza e di debolezza della relazione e stimolando riflessioni e punti di vista differenti.
Adesso sei d’accordo che chiedere se “tornerà” è riduttivo?
Ti suggerisco qualche domanda più utile:
Quali sono i ruoli che avevamo nella coppia?
Che cosa non ho visto?
Perché la comunicazione non ha funzionato?
Tornare insieme sarebbe un bene?
Come posso accettare una fine che non ho voluto io?
Qual è l’atteggiamento migliore da tenere in questo momento?
Cosa mi insegna questa rottura?
Quali sono le dinamiche che tendo a ripetere?
Come posso prepararmi per accogliere una nuova relazione?
Anche senza quesiti precisi, il ritratto di coppia che dipingono le carte ti aiuterà a fare chiarezza.
Non necessariamente troverai le risposte che vorrai, ma magari metterai a fuoco quali sono le domande giuste per affrontare una fase dolorosa della vita, come può essere quella che segue una rottura.
Dimenticavo, il ritratto di coppia si può fare anche se non si è in crisi, ed è sempre molto interessante: garantisco!
Sempre sul tema “domande da fare ai tarocchi”, ti consiglio anche questo vecchio post, più generale ma sempre utile.
Se vuoi una lettura di tarocchi, scegli QUI il consulto che preferisci e scrivimi: sarò felice di interrogare le mie carte per te.
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P.S. Intanto una delle personcine deliziose che ha provato a fare il ritratto di coppia per capire che cosa era andato storto nella relazione che si era chiusa qualche mese prima, mi ha poi scritto questo messaggio. E io mi sono emozionata.
“Clara, incontrarti è stato davvero un onore. Pur non sapendo nulla di me, con grande professionalità e sensibilità, sei riuscita a dar voce a tutte le mie emozioni, incertezze e dubbi, facendomi rielaborare una chiusura dolorosa e importante. Con la tua lettura del ritratto di coppia hai saputo vedere tutti i nodi critici della relazione, facendo emergere "il lato oscuro" che portavo dentro. Con le tue parole sei riuscita a farmi chiudere un cerchio doloroso che da sola non ero stata in grado di gestire. Un incontro davvero terapeutico e arricchente.
Grazie davvero di cuore.
La tua presenza è preziosa.” [P.V.]
Foto fatte da me, come tutte quelle sul sito. Non le rubate, please.
Mazzi: Noblet Tarot (in alto) e Swiss Marseille Tarot by Naipes Artesanos.