Il 17 settembre 2019 è apparsa questa mia intervista su Artribune.com, piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea.
La “penna” è quella di Francesca Magnani, scrittrice e fotografa residente a New York.
È in corso al MoMA Store di Spring Street il pop up di Fatto Bene. Gli oggetti, visti a New York, per chi è italiano e vive qui da molto, catturano l’attenzione come per incanto e consentono di viaggiare in un istante nel tempo e nello spazio: dalla Coccoina ai quaderni Pigna, dalle scope artigianali in saggina ai saponi Valobra, dalle carte da gioco Modiano alle amarene Fabbri, dalla cucitrice Zenith alla brillantina Linetti. A noi è successo così! Nei giorni scorsi inoltre un ulteriore appuntamento speciale ha fatto “vivere” uno dei prodotti in vendita, i tarocchi piemontesi: la “claromante” Clara Aloi ha letto le carte ai visitatori. Noi ci siamo stati, e le abbiamo fatto alcune domande.
Come è nata la tua passione per i tarocchi?
I tarocchi sono entrati nella mia vita per caso, come tutte le cose migliori.
La prima volta me li ha letti un farmacista italiano incontrato in un ostello nello Yunnan in Cina, vicino al confine tibetano. Ero rimasta molto colpita dalla loro efficacia, e al rientro in Italia mi sono iscritta a un corso per capire come mai questo strano mazzo fosse in grado di dire cose così profonde.
Da quel momento non li ho più mollati, ho cominciato a leggerli per parenti e amici e poi mi sono messa alla prova mettendo un banchetto in strada e leggendoli ai passanti: è stato un successone e lì ho capito che i tarocchi erano “miei”.
Ora giro sempre con un mazzo in borsa. Farsi leggere le carte è un po’ come farsi una chiacchierata con un amico o con un nonno saggio: la cosa bella è che i tarocchi però non sono “schierati” né con te né contro di te, quindi la visione che danno è molto obiettiva.
Quali sono le domande “giuste” da farti?
Le domande giuste sono quelle che chiedono chiarezza su qualcosa : la mia direzione nella carriera è giusta? A che punto è la mia relazione? Cosa devo fare per realizzare il progetto che mi sta a cuore?
Io non uso i tarocchi per indovinare il futuro: sono profondamente convinta che conoscere ciò che ci succederà sia più una dannazione che una liberazione.
Non saremmo in grado di gestire informazioni del genere. Uso invece i tarocchi per offrire una fotografia del momento presente e della direzione verso la quale si sta andando e che è già in seme.
Ascoltare la propria storia raccontata da uno sconosciuto è molto terapeutico e aiuta a capire molte cose.
Quindi le carte non leggono il futuro…
Non c’è mai l’effetto sorpresa, ma è piuttosto una conferma di quello che il consultante già pensa e una sorta di pacca sulle spalle.
In genere chi si siede al mio tavolino arriva un po’ agitato perché non sa cosa aspettarsi, ma si alza sereno, tranquillo e con uno strumento in più per muoversi al meglio nella propria vita.
Ho un mio blog e ho fatto un post proprio su questo argomento.
Cosa importante: spessissimo offro letture tramite video call. I tarocchi funzionano esattamente dal vivo e grazie al video ci si vede anche in faccia. È uno strumento molto comodo per raggiungere chi vuole farsi leggere le carte ma ha una “geografia scomoda” e non c’è alcuna differenza con l’esperienza live.
Hai una carta a cui sei molto legata?
Non ho una carta preferita in assoluto, variano in base al periodo.
Ora per esempio è il Mondo, che indica tra le altre mille cose anche il mondo geografico: e il fatto di essere qui a New York con i tarocchi rientra a pieno titolo nell’apertura di questo Arcano.
Proprio questa carta è stata usata dalla mia amica Antonella per farmi la gonna più cool del mondo (dei tarocchi), che ho usato al MoMA per le letture.
Me l’ha fatta per augurarmi buona fortuna e direi che ha funzionato benissimo come amuleto!
Come hai trovato New York e i newyorkesi?
Il pubblico newyorkese è molto interessato ai tarocchi e al mazzo tradizionale piemontese che sto usando: in America in genere si usano tarocchi molto diversi (i Rider Waite). Questi piemontesi invece sono simili ai marsigliesi, da cui si distinguono perché hanno le figure specchiate, i nomi in italiano e i numeri arabi invece dei romani (ma queste forse sono precisazioni da nerd!).
Le domande invece sono le stesse che mi sento fare ovunque: le pene d’amore insieme ai dubbi sulla carriera lavorativa sono le questioni più gettonate.
Che lavoro fai?
I tarocchi al momento sono il mio side project. Il mio primo lavoro è quello di international garment buyer: mi occupo di ricerca e produzione di abbigliamento in Asia di collezioni disegnate da stilisti italiani.
Faccio questo lavoro non tanto perché mi interessi la moda, ma perché mi sono laureata in cinese e volevo un lavoro che mi permettesse di andare e venire dalla Cina il più possibile.
Anche quando vado in Asia porto i tarocchi con me e li leggo regolarmente per i miei fornitori e per le cameriere dei ristoranti in cui sono una regular e che mi aspettano sempre molto curiose.
Qual è il tuo sogno?
Il sogno è far diventare i tarocchi il mio mestiere full time e portarli in giro per il mondo. Mi piacerebbe moltissimo tornare qui a New York, una città che sto amando assai, ma non metterei limiti geografici: il Mondo è grande!