Mi capita a volte di venire interpellata per un parere da genti che vogliono tatuarsi una carta dei tarocchi: meglio l’Imperatrice o la Papessa? Meglio scegliere un’immagine della tradizione Marsiglia o di quella Rider Waite Smith? Porta sfiga tatuarsi l’Appeso?
La mia risposta è sempre la stessa: il mazzo andrebbe tatuato per intero. Tutte e 78 le carte. O, se proprio vuoi uno sconto, almeno i 22 Arcani maggiori. Hai abbastanza spazio?
Sembra una risposta provocatoria, ma in realtà lo penso veramente.
I tarocchi, nella loro interezza, raccontano l’Universo e, grazie alle varie combinazioni, riproducono e rispecchiano la complessità dell’uomo e delle sue relazioni. Sia a livello micro, che macrocosmico.
Visto che poi tutto è sottoposto a continuo cambiamento, è impossibile essere rappresentati sempre dalla stessa carta.
Lo stesso vale per le carte scelte come ispirazione: la guida di cui abbiamo bisogno, cambia a seconda delle situazioni, dei bisogni e anche dell’età.
A volte siamo Matti e abbiamo bisogno dell’equilibrio di Temperanza, altre volte siamo oltremodo tolleranti, troppo “temperati”, e ci farebbe bene essere animati dal Diavolo per mandare tutti a quel paese.
E se fossimo sempre Giustizia, sai che noia? Probabilmente non sgarreremmo mai con la dieta, ma sputeremmo sentenze senza sosta.
Se il Sole splendesse continuamente e non potessimo mai riposare? Forse sarebbe meglio una notte perenne, rappresentata dalla Luna? Difficile scegliere.
Fissare un arcano sulla propria pelle è come fissare un atteggiamento o una modalità. Fare appello a quell’energia in un determinato momento può essere molto utile, mentre il momento successivo può far danni.
C’è poi chi si tatua una carta per ricordare una determinata fase della vita, come ci si tatua le date speciali, ma mentre una data è un istante fisso e irripetibile, l’immagine e i suoi simboli continuano ad agire ogni volta che sono visti e attivati. La loro influenza continua sotto pelle, è il caso di dire.
Se fossimo sempre uguali, potremmo essere ritratti da una carta. Forse. Ma visto che siamo più mutevoli della luna e, come diceva qualcuno, conteniamo legioni, come selezionare l’arcano più adatto?
In fondo le carte sono come gli outfit: non ci vestiamo sempre allo stesso modo, perché le cose che abbiamo da dire o i bisogni che dobbiamo soddisfare non sono sempre gli stessi.
Così funzionano i tarocchi, che non fanno altro che parlare di noi.
A volte ci ritraggono come Imperatori fieri del proprio castello, altre volte come bombaroli che il castello lo fanno saltare in aria (Arcano 16, la Torre).
Se non ti ho convinto e se vuoi proprio tatuarti un tarocco che accompagni forever, perché magari non scegliere un particolare rispetto alla carta intera? Chessò, tipo la lanterna dell’Eremita, il crostaceo della Luna, il libro della Papessa o la falce della Morte?
Chiudo con una nota curiosa: essendo laureata in cinese, mi si chiede spesso di verificare l’esattezza di tatuaggi (ahimè, già fatti) o di scrivere nomi di vari cristiani con l’”alfabeto cinese” (che, by the way, non esiste).
Anche in questo caso, sono totalmente schierata: finché vuoi tatuarti una frase, va bene.
Ma lascia perdere i nomi: sarebbero solo storpiature fonetiche con significati che, nel migliore dei casi, sono nonsense. Fidati.
Detto ciò, your body, your choice.