Il mazzo Rider Waite mi è poco simpatico, c’è poco da fare.
Possiedo la versione “Centennial”, che ho scelto perché è contenuta in una scatolina di latta molto carina.
Per la serie, mi sono fatta convincere dal packaging più che dal contenuto.
Detto ciò, il Rider-Waite è un mazzo super diffuso e non conoscerlo mi scoccia, quindi ogni tanto lo tiro fuori dalla scatolina e lo spolvero usandolo in qualche lettura.
Oggi ho fatto un esperimento e ho intervistato il mazzo, ispirata dalla stesa proposta da Little Red Tarot sul suo sito.
Ho letteralmente posto sei domande ai Rider-Waite e come risposta ho pescato una carta per ciascuna di esse, chiedendo cose tipo quali sono i suoi punti di forza e di debolezza, che cosa ha da insegnarmi e soprattutto se andremo d’accordo oppure no.
La risposta a quest’ultima domanda mi ha fatto molto ridere.
AGGIORNAMENTO 27.06.23: nel tempo, ho perfezionato la stesa e ne ho creato una mia personalissima versione. La trovi QUI.
Dimmi qualcosa di te: Dieci di Pentacoli
Beh, tanta roba. Questa carta raffigura quella che sembra una grande famiglia, composta da almeno tre generazioni: c’è un personaggio anziano, dalla barba bianca e l’aria del patriarca, e quella che potrebbe essere una giovane coppia con un bimbetto appeso alla tunica della madre.
Vedo un chiaro riferimento al fatto che il mazzo sia in ottima forma, nonostante il centesimo compleanno festeggiato da poco (la prima edizione risale al 1909): è apprezzato da persone di ogni età e certamente ha passato il test del tempo.
Nell’immagine si vedono anche due cani: la trasmissione delle immagini e dello spirito del mazzo sono rimasti fedeli a quelli voluti dal loro autore, sir A.E. Waite.
E poi i dieci pentacoli dopotutto sono dieci monete: la fortuna commerciale di questo mazzo è indiscussa, il più diffuso in assoluto nei paesi anglofoni.
Qual è la tua forza? Tre di Bastoni.
L’uomo raffigurato nella carta potrebbe stare benissimo in piedi da solo, ma mi colpisce il fatto che invece si appoggi a uno dei bastoni, come a cercare un ulteriore supporto.
La forza di questo mazzo credo risieda proprio nell’aspetto che paradossalmente me lo rende più antipatico, ovvero il supporto grafico negli Arcani Minori.
Infatti queste carte, invece di avere solo la disarmante composizione geometrica dei vari semi come nei Marsiglia, qui raccontano una storiella: ci sono personaggi che fanno cose, in scene spesso molto ben caratterizzate ed esplicite (tipo il celeberrimo cuore trafitto da tre lame nel Tre di Spade).
Qual è il tuo limite? Il Diavolo
Proprio il punto di forza rappresenta anche il limite, ovvero il rischio di rimanere troppo condizionati dalle rappresentazioni grafiche, soprattutto quando sono truci.
Per esempio il Dieci di Spade rappresenta un tizio morto a faccia in giù con dieci spade conficcate nella schiena.
Roba easy insomma.
Ok, il cielo sullo sfondo sembra si stia schiarendo e quindi c’è spazio per la speranza, ma ciò non toglie che se uno è un po’ preso male, la visione di questa carta è difficile che gli sollevi il morale.
Cosa sei venuto ad insegnarmi? Fante di Spade.
La voglia e l’entusiasmo che possono nascere quando ci si confronta con uno strumento nuovo.
Nei Marsiglia ci sarebbe stato anche un riferimento all’umiltà intellettuale, ma in questo Arcano leggo più l’aspetto della spavalderia del principiante.
E poi si vede che chiaramente tira vento e le nuvole cambieranno forma e formazione molto presto.
Ci voglio leggere un invito a non essere granitica nei miei pareri, che potrebbero cambiare al primo soffio di brezza un po’ più robusta.
Come posso collaborare al meglio con te? Re di Coppe
Mantenendo il sangue freddo anche di fronte alle carte il cui disegno mi urta di più, tipo lo splatter Dieci di Spade di cui sopra o il dickensiano Cinque di Denari con i mendicanti al freddo e al gelo.
Il Re di Coppe è saldamente seduto sul suo trono, nonostante poggi su quella che pare essere una zattera che solca un mare in tempesta.
Come andrà a finire tra me e te? La Morte.
Quanto ho riso quando ho visto questa carta!
Tra l’altro nei Marsiglia questo Arcano, che è il tredicesimo, è lasciato senza nome, mentre qui campeggia chiaro il titolo “Death”.
Niente, caro mazzo Rider-Waite-Smith, nonostante le mie più buone intenzioni, pare che il nostro destino sia segnato.
Ma fin che c’è vita c’è speranza e la sorte potrebbe ribaltarsi: staremo a vedere!